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Credenze sui Tarocchi: 9 falsi miti da sfatare (con consigli pratici)

Aggiornamento: 7 giorni fa

Non sono solita fare post di questo tipo, ma oggi vorrei condividere qualche riflessione su alcune credenze che circolano attorno alla lettura dei tarocchi.

Illustrazione onirica e simbolica dell'artista Mahmoud Farshchian, intitolata 'Bestow' (1968), con figure eteree e colori intensi, spesso associata a temi spirituali e di introspezione, in armonia con l’atmosfera mistica dei tarocchi.
Mahmoud Farshchian, Bestow

9 CREDENZE SUI TAROCCHI:

1. Il mazzo di carte dev’essere ricevuto in dono e non acquistato. Una delle credenze più diffuse. Ma oggi non ha molto senso.

L’origine del perché debba essere un regalo è incerta, ma è da attribuirsi a un periodo in cui le carte erano costose, difficilmente reperibili, e di conseguenza “per pochi”. La scelta di un mazzo oggi è invece molto importante; trovare delle carte con cui siamo in sintonia ne renderà la connessione più immediata e la lettura più facile! Qui trovi le mie raccomandazioni. In sintesi: il regalo può essere bello, ma non è affatto necessario.


2. Appena ricevuto il mazzo va purificato, dopodiché non dev’essere fatto toccare ad altre persone.

La spiegazione più diffusa, soprattutto in ambienti cartomantici, è che il mazzo assorbirebbe le energie (positive ma anche negative) delle persone che lo toccano, e questo potrebbe influire sulla risposta delle carte. Il tema della purificazione e dei rituali è molto ampio. Di base, non è una regola obbligatoria. Però c’è un perché:

  • I rituali aiutano a definire uno spazio sacro, un momento “solo nostro”, diverso dal quotidiano.

  • Può essere pensato come un segnale mentale: “ora inizia la lettura”, e tutto intorno può tornare in silenzio.

  • I metodi? Tantissimi. Incenso, luna piena, pietre, sale, banale “mescola le carte finché non senti di aver creato sintonia”.

  • Non è il rito in sé a contarе, ma il senso che tu gli dai e la concentrazione che genera.

In sintesi: se ti aiuta a entrare in connessione, è utile. Se ti appare come un rituale vuoto, va benissimo lasciarlo da parte. Qui trovi un mio approfondimento in merito.


3. Non si dovrebbe leggere le carte per se stessi

In ottica divinatoria ha senso: è difficile essere obiettivi se sei emotivamente coinvolto e accettare le carte che escono. Ma se parliamo di tarologia evolutiva, leggere per sé è un ottimo esercizio.


Aiuta ad ascoltarsi, ad allenare l’intuizione, a costruire un linguaggio personale con le carte. In sintesi: leggere per sé, in ottica evolutiva, è un esercizio prezioso. Leggersi le carte in modo tradizionale può effettivamente risultare un po' capzioso.


4. Quando si leggono le carte non bisogna tenere le gambe incrociate, è meglio togliere i gioielli e sciogliere - o legare, a seconda delle tradizioni - i capelli.

Nella cartomanzia tradizionale si parla di “blocchi di energie”, nella tarologia evolutiva è più un discorso di sentirsi a proprio agio.


Il punto non è come ti vesti o in che posizione siedi, ma che tu sia presente, comodo, rilassato pronto a dialogare.


In sintesi: scegli quello che ti fa stare meglio. Stop.


5. Il mazzo va mescolato e tagliato con la sinistra e le carte vanno girate con la destra È una questione simbolica. La mano sinistra è associata all’inconscio, quella destra al conscio. Mischiare con la sinistra serve ad aprirsi alla parte più intuitiva; girare con la destra serve a integrarne il significato.


In sintesi: può aiutare a dare un “ritmo” alla lettura. Ma se sei mancino o non ti viene naturale, cambia pure. Il senso resta.


6. Non si fanno le carte durante il ciclo, nè di domenica, durante le feste, dopo mezzanotte

Queste indicazioni derivano da credenze antiche: il ciclo visto come “impurità”, la domenica come giorno sacro, la mezzanotte come soglia tra mondi.

Se senti che in certi momenti sei più vulnerabile o meno lucido, ha senso rimandare. Ma non c'è un vero divieto.


In sintesi: scegli tu, in base a come ti senti. Non è l’orologio o il calendario a determinare la qualità della lettura. Evita se non sei in forma perché si riflette sulla qualità della lettura.


7. Non si può fare la stessa domanda alle carte più volte, nè leggere le carte tutti i giorni

Qui c’è un fondo di verità. Fare più volte la stessa domanda implica ricevere un numero di input maggiore di quello che siamo in grado di elaborare, pertanto si rivela inutile e controproducente. Leggere tutti i giorni non è necessariamente un problema, ma lo può diventare se il rapporto con le carte perde di spontaneità e diventa asettica routine.


In sintesi: se la lettura ti nutre, va bene. Se ti prosciuga, rallenta.


8. Leggere i tarocchi “chiama” gli spiriti o altre presenze

Questo è uno dei timori più radicati, spesso alimentato da film o racconti in cui la lettura delle carte è presentata come una sorta di evocazione o dialogo con gli spiriti.


Nella tarologia evolutiva, i tarocchi sono uno specchio: ci permettono di accedere a parti di noi - e degli altri- che spesso restano nascoste o silenziose. Non stiamo chiamando nessuna entità esterna, ma portando alla luce ciò che già esiste dentro di noi.


In sintesi: nessun “altro mondo”, solo il tuo mondo interiore.


9. Non tutti possono leggere i tarocchi

C’è chi pensa che per leggere le carte serva avere una “nonna strega” alle spalle o un dono innato. Certo, intuito e sensibilità sono un vantaggio, ma si possono affinare.


Come in ogni disciplina, serve curiosità, ascolto, voglia di imparare e tanta tanta tanta tanta tanta pratica. L’intuito si affina, la sensibilità si allena, e il linguaggio simbolico dei tarocchi diventa più chiaro con il tempo e l’esperienza.


In sintesi: non servono poteri speciali, ma dedizione e pratica.


Conclusione


Le credenze sui tarocchi sono tante, e spesso restano in circolazione solo perché “si è sempre fatto così”. Ma se vuoi usarli davvero, devi uscire dal mito e concentrarti su ciò che funziona per te. I tarocchi non sono regole scolpite nella pietra, né strumenti riservati a pochi eletti: sono un linguaggio che puoi imparare, affinare e far tuo. Più pratica, meno superstizione!

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