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Immagine del redattoreAganis Tarot

Storia, simboli e significati della carta della Morte nei Tarocchi ossia l'Arcano senza Nome

In una lettura:

Chiavi di lettura della carta al dritto

Crescita Personale

Amore & Relazioni

Carriera & Finanze

trasformazione, liberazione, rinnovamento

Cambiamenti, chiarimento, fine dolorosa ma benefica di una relazione

cambiamento nella carriera, scelte finanziarie rischiose

Chiavi di lettura della carta capovolta o in posizione di blocco.

Crescita Personale

Amore & Relazioni

Carriera & Finanze

Blocco, incapacità di accettare il cambiamento

Incapacità di cambiare, incapacità di interrompere una relazione non positiva

stagnazione, indecisione


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L'Arcano senza Nome nei Marsigliesi di Jodorowsky-Camoin e nei Rider-Waite

Storia, simboli e significati della carta della Morte nei Tarocchi ossia l'Arcano senza Nome


Siamo giunti all’Arcano senza Nome, ossia la carta della Morte, uno degli Arcani meno compresi e più temuti in assoluto, tant’è che viene spesso raffigurata senza il nome, indicata solo dal numero 13, per scaramanzia. 


Ciò avviene soprattutto nel mazzo dei Marsigliesi e nei mazzi da esso derivati. Nei Rider-Waite l’Arcano si chiama proprio “La Morte”.


Ad ogni modo, questo Arcano è una delle carte più enigmatiche e significative. Rappresenta una figura scheletrica armata di una falce, pronta a mietere ciò che è destinato a giungere al termine. La Morte nei Tarocchi, tuttavia, non dovrebbe essere temuta né interpretata in senso letterale, ma piuttosto come un simbolo potente che rappresenta la caducità della vita e la trasformazione continua.


Nel Medioevo, l'immagine della Morte era associata a una meditazione profonda sulla vita e sulla mortalità umana. In precedenza, la morte era vista come un evento casuale che segnava l'ingresso in una vita ultraterrena. Tuttavia, a partire dalla metà del Trecento, le pratiche dell'Ars Moriendi (l'Arte di Morire) portarono a una riflessione più profonda sulla morte come destino inevitabile dell'uomo. Questa meditazione sulla propria finitezza ha dato origine al senso del macabro, alimentando rappresentazioni artistiche e culturali legate alla Morte. Una delle prime manifestazioni della nuova cultura laica fu la Danza Macabra, dove la società celebra il suo incontro con la finitezza. Questa danza macabra rappresenta la Morte che trascina l'intera umanità nel suo ballo verso la tomba. Le danze macabre, sviluppate nel XV secolo, inizialmente avevano intenti moralistici e successivamente satirici contro la corruzione e il fasto delle classi agiate.


Nelle carte dei Tarocchi, sviluppatisi attorno a quel periodo, la Morte è solitamente raffigurata come un’entità impetuosa che non agisce per conto di Dio, ma in modo autonomo. È un potere universale che colpisce tutti gli uomini senza distinzione, impersonale e senza valutazioni morali. Viene raffigurata come uno scheletro armato di falce, un simbolo che la collega al Dio del tempo, Chronos. 


A livello evolutivo, la carta della Morte ci parla di una trasformazione. Una trasformazione che, se nel caso della Torre parte dall’esterno, nel caso dell’Arcano 13 sono principalmente interiori e simboleggia la fine di un ciclo o di un'era nella vita di una persona. 

È una carta che quindi incarna la trasformazione profonda, la rinascita e il superamento di vecchi modelli o abitudini che non servono più, la fine di relazioni o situazioni che non sono più sostenibili. Nonostante la sua iniziale connotazione spaventosa dunque questa carta indica solitamente un'opportunità per la crescita personale e la risoluzione di problemi.


Numerologicamente il 13 indica proprio la trasformazione interiore. Tale Arcano è collegato all’Imperatrice e all’Imperatore.

Non è una coincidenza che l'Arcano senza Nome sia il numero 13. Ma perché il numero 13 fa paura? La triscaidecafobia è la paura irragionevole del numero 13 ed è principalmente legata alla cultura popolare e alla superstizione. Questa avversione verso il 13 ha radici antiche e mitologiche, risalendo anche alla mitologia scandinava dove il tredicesimo ospite in una cena, Loki, portò sfortuna. Nel cristianesimo, l'Ultima Cena aveva 13 commensali, compreso Giuda, contribuendo alla superstizione.

Simboli

Marsigliesi e Rider-Waite:

  • Scheletro: La figura centrale della Morte è uno scheletro, un simbolo universale della morte e della trasformazione. Rappresenta la natura inevitabile e inesorabile del cambiamento.

  • Ai piedi della Morte ci sono delle teste incoronate o delle corone, a ricordare che la Morte arriva ugualmente per tutti.


Colori nei Marsigliesi:

  • Giallo: Simboleggia la lucidità e la consapevolezza. Rappresenta la necessità di vedere chiaramente oltre le apparenze e di affrontare la realtà con coraggio e chiarezza di mente.

  • Rosa: Rappresenta la carne e l'effimeratezza della vita. Evoca anche la natura temporanea delle esperienze umane e la necessità di accettare il ciclo della vita e della morte.


Rider Waite

Nei Rider-Waite ci sono molti più simboli.

  • Nei Rider-Waite la Morte è rappresentata come un cavaliere su un cavallo bianco, che rappresenta la forza vitale e la purezza che accompagna la morte. Il cavaliere rappresenta il messaggero della morte che porta il cambiamento.

  • Il fiume: rappresenta la separazione tra la vita terrena e l'aldilà. Può simboleggiare il passaggio dall'esistenza terrena alla dimensione spirituale.

  • Il bambino e il prete che si prostrano davanti alla Morte. Questi simboli rappresentano l'accettazione della morte come parte inevitabile del ciclo della vita e la sua influenza su tutte le età e le classi sociali.

  • Sole che sorge: Questo simbolo indica che la morte è anche il principio di una nuova alba, una promessa di rinascita e rinnovamento dopo un periodo di trasformazione.

  • Fiore bianco: lo stendardo che porta la Morte indica un fiore bianco, simboleggiante la fine della vita  ma anche il potenziale per il rinnovamento e la nuova vita.


Colori nei Rider Waite:

  • Nero: Simboleggia la morte, il mistero e l'ignoto. Rappresenta il concetto di fine e di trasformazione, oltre alla profondità dell'inconscio.

  • Bianco: Rappresenta la purezza, la spiritualità e la rinascita. Simboleggia la luce che emerge dal buio e il nuovo inizio dopo la fine.

  • Giallo: Simboleggia la lucidità e la consapevolezza. Rappresenta la necessità di vedere chiaramente oltre le apparenze e di affrontare la realtà con coraggio e chiarezza di mente.

  • Azzurro: Simboleggia la serenità, la pace e la calma interiore. Evoca anche la comprensione e l'armonia con il ciclo naturale della vita e della morte.


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L'Arcano senza Nome nei Tarocchi Visconti-Sforza

Qualità positive e negative

  • Cambiamento, fine di un ciclo, Trasformazione profonda, liberazione, guarigione, rinnovamento, eliminazione del superfluo, crescita interiore, fine di un periodo difficile, ciclo naturale

  • Cambiamenti difficili, resistenza al cambiamento, fine di un'illusione, paura, separazione da persona luogo o situazione, blocco, rinuncia, difficoltà interiori


Input

Cosa devo lasciare andare? Cosa mi trattiene? Quali cambiamenti temo ma so che sono necessari?













Consigli:

Il consiglio della carta Senza Nome è di abbracciare il processo di trasformazione e rinnovamento nella tua vita. È giunto il momento di lasciar andare ciò che non ti appartiene più e che ti trattiene, anche se può sembrare difficile. Sii coraggioso e affronta le sfide con determinazione, perché solo attraverso la purificazione e il distacco potrai rinascere in una versione più autentica e radiosa di te stesso. 


Quindi?

La Morte non segna la fine ultima, ma piuttosto il termine di un ciclo. Ciascuna carta dei tarocchi porta con sé una saggezza particolare; quella della Morte ci insegna a lasciar andare ciò che è stato e a prepararci per ciò che verrà. Se questa carta può essere talvolta dolorosa, lo è perché il distacco e il cambiamento non sono sempre facili da accettare.

Tuttavia, quando comprendiamo che il lasciar andare è essenziale per il nostro progresso e che la Morte non rappresenta una minaccia, ma un consiglio, allora ci rendiamo conto che sta semplicemente suggerendoci di liberarci da ciò che è concluso. Ci invita a non rimanere ancorati al passato, ma piuttosto a abbracciare il cambiamento, la rinascita e la trasformazione verso una nuova vita.


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